“Prestiti scaduti” di Petros Markaris

Di Valerio Calzolaio

Atene. Luglio 2010. Il mite goffo coriaceo commissario Kostas Charitos evolve: dopo l’attacco cardiaco, la figlia Caterina si sposa con il medico Fanis (entrambi tifosi e ci sono i mondiali), cambia auto (dalla Fiat 131 alla Seat Ibiza con navigatore da psicoanalisi), la casalinga moglie Adriana si ammala (dopo aver visto un suicidio), subisce le manovre che ben conosciamo su stipendio e pensione, per orizzontarsi continua a citare frasi in latino e a leggere il dizionario di greco Dimitrakos (regalatogli dalla nonna). Gli servono proprio: dopo il matrimonio cominciano a decapitare banchieri, difficile che siano terroristi, indaga ovunque gli capita. E’ molto caldo e le strade sono sempre intasate non solo dal traffico. Scioperi, manifestazioni, cortei, code, accattonaggio, disperazione, …la crisi e l’Euro incombono!

Dietro i delitti c’è un Partigiano antibanche che riempie giornali e strade di testi e autoadesivi sovversivi (ma veritieri) contro i finanzieri. Alla fine cadono almeno quattro teste, i condannati saranno di più. Di grande attualità (purtroppo permanente) il nuovo noir mediterraneo del 75enne Petros Markaris (“Prestiti scaduti”, Bompiani 2011, pag. 328 euro 18,90; orig. 2011, trad. Andrea Di Gregorio), sempre in prima su un protagonista mai descritto e immaginabile ciascuno come vuole, con pietas, comunque.

L’autore è figlio di un imprenditore armeno, ha studiato economia mitteleuropea, ha tradotto Brecht e Goethe e militato a sinistra, sceneggia spesso per Angelopoulus (presto uscirà “L’altro mare” con Toni Servillo), ha iniziato la serie nel 1995 e nel dicembre 2011 ottenuto un meritato Premio Chandler (con Camilleri). Al centro della crisi piazza il doping finanziario, mettendolo in parallelo a quello sportivo. Si gustano ghemistà e souvlakia. Musica di prammatica.

Immagine Book reading di UnDraw.com