Muoversi in apnea

di Patrizia Sentinelli, 28 Marzo 2021

Ci manca l’aria. Siamo un po’ tutte e tutti in apnea. Ogni tanto riprendiamo fiato quando le attività possono farsi in presenza per poi tornare ad aver fame d’aria quando siamo costrette a chiudere.

Per AltraMente – Scuola per tutti, come per le altre associazioni, che mette al centro del suo fare la relazione, lo scambio, il confronto la chiusura delle attività in presenza o anche la riduzione dei contatti fisici, produce proprio questa faticosa sensazione.

Ci sentiamo sperse e spersi così come le donne abituate a trovare ad AltraMente la loro scuola di italiano e luogo di incontro, così come gli e le studenti abituati ad uscire da scuola e venire a studiare insieme. Così come tutti coloro che passavano per un caffè e due chiacchiere o per cercare un’informazione utile, per partecipare alla lettura ad alta voce, leggere un libro e incontrare un autore o un’autrice.

La comunità territoriale è stata deprivata per un anno della scuola e noi che operiamo nel campo dell’educazione non formale abbiamo ricevuto la stessa sorte. Anche perché la nostra sede operativa è in una scuola (l’Istituto comprensivo Laparelli, di Tor Pignattara). E ora siamo di nuovo costretti a chiudere e viviamo l’assenza.

Un anno intero in cui le Istituzioni preposte non hanno messo le scuole in sicurezza perché non ci sono stati investimenti strutturali, né per una rinnovata edilizia scolastica, né per un potenziamento degli organici, né per un piano di formazione degli insegnanti in servizio. Occorre che la scuola lavori per progettare didattica innovativa che sappia far camminare in sintonia educazione e istruzione perché sia luogo di costruzione di piena cittadinanza. Eppure nelle piazze non è mancato chi spingeva in questa direzione. Voci inascoltate.

E anche di fronte a promesse di nuove riforme sento nascere in me una forte inquietudine perché troppi sono stati i danni consumati sulla scuola in questi anni. Le riforme sono necessarie ma vanno pensate ascoltando chi già pratica sperimentazioni e agisce esperienze di inclusione eccellenti. Molte associazioni, gruppi di iniziativa civica e popolari, genitori, educatori di strada operano per arricchire il territorio educativo. Tra queste c’è anche AltraMente.


Ridefinire i saperi

Da anni promuoviamo un’ azione politica volta a favorire inclusione e autonomia critica nelle persone di tutte le età. Ci muoviamo in più orizzonti: doposcuola, insegnamento della lingua italiana, promozione alla lettura, laboratori. Desideriamo saldare il sapere con il fare e riflettere sul fare per ridefinire i saperi.

La direzione di marcia è rivolta a ricostruire quello spazio pubblico impoverito e frantumato da anni di politica che ha reso anche l’educazione un elemento di mercato. Troppo volte queste azioni vengono sottostimate e considerate supplenti alle istituzioni, ma riteniamo che la nostra forza sia proprio quella di non essere supplenti.

Il corpo sociale di ogni paese per vivere una piena cittadinanza ha bisogno di tante cose, ha bisogno di idee, di programmi, di azioni istituzionali pubbliche e questa pandemia dice con drammaticità quanto pesa la mancanza di un sistema sanitario unitario o di una scuola accogliente, di vaccini liberi dalle multinazionali del farmaco e di un’economia circolare e condivisa. Ma per camminare tutte e tutti insieme serve riconoscere un’altra soggettività politica che ha tenuto anche in questi tragici mesi segnati dal Covid. È l’energia e l’impegno della cittadinanza attiva, dei movimenti e delle pratiche sociali. Il tema è come riuscire a connettere le diverse forme della politica che abita lo spazio pubblico.

Perciò mi piace questa idea di Comune.info di cominciare a fare nella pagine di Territori Educativi una sorta di inchiesta per capire chi e dove operiamo. Tutte e tutti noi siamo indispensabili per rinsaldare i legami sociali che hanno bisogno di cura e di attenzione.

Relazioni e scambio

Noi di AltraMente per rispondere alla mancanza d’aria cui facevo cenno all’inizio, abbiamo provato a tenere la barra delle attività sulla relazione e lo scambio. Anche in numeri ridotti per via del distanziamento necessario a operare in sicurezza abbiamo continuato a svolgere il doposcuola in presenza con un forte e continuo coordinamento con gli insegnanti per accogliere bambini/e , ragazzi/e che hanno maggior bisogno di stare in uno spazio loro dedicato quando finiscono la giornata scolastica. Questo fare ci ha restituito il senso del nostro impegno. La voglia di stare insieme a studiare, le amicizie nate, le culture diverse che si sono incontrate sono state nuovo ossigeno. È stato l’entusiasmo dei giovani, la loro partecipazione a confortarci e sollecitarci a continuare il nostro agire.

Abbiamo, inoltre, innovato le attività con connessioni da remoto sia per i più piccoli sia per le donne che vogliono imparare l’italiano e per continuare a confrontarci sui libri e per questo abbiamo anche lanciato la Festa della lettura – Pezzettini 7 °edizione. È il concorso di scrittura aperto quest’anno anche agli adulti e la presentazione dei libri, confidando di poter svolgere l’evento finale in presenza e all’aperto.

Avevamo timore che la modalità a distanza potesse essere rifiutata e invece abbiamo avuto anche sorprese positive. La mancanza di socializzazione, degli abbracci, dei giochi di gruppo, degli scambi tra corpi e sguardi, insomma di quell’aria di cui parlavo all’inizio, ha trovato una dimensione imprevista, la maggiore concentrazione. Dopo qualche momento di disorientamento dovuto alla scarsa dimestichezza nell’uso dei dispositivi elettronici, o della mancanza di connessione di rete siamo riusciti a non interrompere il nostro percorso di comunità e a trasformare l’assenza in una occasione nuova. Si rinnova lo stupore nel sapere che c’è qualcuno con cui fare un compito o fare lezione di italiano: occasione anche per parlare di sé, conquistando volta a volta un pezzetto in più di agio per aprirsi alle confidenze, imparando cooperando e spesso magari ridere insieme. Cosa che in questo momento non è proprio da buttar via.

Annoto, per concludere, che molti stanno approfondendo questa tematica, ovvero, il lato positivo e imprevisto della comunicazione in remoto.