L’esperienza in una terza elementare della Scuola Elementare “Giulio Cesare”

Laboratorio linguistico volontario

Attività di supporto ad alunni stranieri nell’apprendimento della lingua italiana

Quella in cui lavoriamo è una classe poco numerosa, di soli 9 bambini, quindi abbiamo iniziato l’anno scolastico il 7 novembre decidendo con l’insegnante titolare di realizzare il nostro intervento di supporto partecipando alle attività in classe, senza dividere gli alunni. I bambini stranieri sono 6, di varie nazionalità: due cinesi, due del Bangladesh, un moldavo e una filippina. Con l’eccezione di un bambino, tutti sono accomunati dall’avere alle spalle genitori che non parlano italiano, anche se si sforzano di tenere un rapporto con la scuola; sono gli stessi bambini che fanno da interprete tra insegnante e genitori.

I livelli di conoscenza della lingua erano diversi: il più basso era quello della bambina filippina, arrivata in Italia a settembre (comprensione molto limitata della lingua scritta, competenze lessicali elementari, incapacità di coniugare i verbi…), ma anche nei casi migliori permanevano difficoltà ortografico-grammaticali e carenze lessicali.

Inoltre uno di questi alunni usufruisce dell’insegnante di sostegno per ritardo cognitivo, e un altro presentava gravi difficoltà relazionali, tanto che era stato chiesto il sostegno, concesso poi per il prossimo anno. Bisogna anche aggiungere che, dei tre alunni italiani, due evidenziavano rapporti conflittuali sia con i compagni che con gli adulti.

Pertanto nei nostri interventi abbiamo dovuto tenere conto di questa situazione cercando di diventare anche una valvola di sfogo alle tensioni e un sostegno alle fragilità. Molto importante in quest’ottica è stato il momento della ricreazione, perché in un rapporto esclusivamente ludico con i bambini è stato più facile stabilire una comunicazione e un dialogo.

Oggi possiamo verificare, con grande soddisfazione, che il bambino con problemi relazionali si è molto aperto, comunica di più con l’insegnante e i compagni, ha un rapporto con noi molto importante, e partecipa con impegno alle attività della classe.

Anche le altre tensioni si sono ammorbidite e i momenti di rottura dell’equilibrio-classe, se ci sono ancora, sono però più gestibili.

Le scelte didattiche sono partite dalla premessa che qualsiasi lingua può essere facilmente imparata e assorbita soprattutto ascoltandola e vivendola in diretta, mentre nella parte scritta vanno più curati gli aspetti ortografico-grammaticali. Quindi:

  • a volte si è supportato la lezione dell’insegnante nella lettura, nel dettato, nella costruzione autonoma di frasi e/o racconti, cercando però di inserire stimoli di partenza che lasciassero più spazio alla fantasia e alla creatività dei bambini.
  • nella maggior parte dei casi abbiamo scelto l’apprendimento tramite il gioco, per provare a riempire i gap di conoscenza di sostantivi e verbi di uso quotidiano, ma per alcuni del tutto sconosciuti.

Si segnalano in particolare alcune attività, sottolineando il fatto che il disegno e i lavori manuali sono immancabili, in quanto forme espressive particolarmente amate dai bambini.

  • Lettura racconto con finale raccontato dai bambini e relativo disegno.
  • Realizzazione di un autoritratto e di una carta di identità, completa non solo di dati anagrafici, caratteristiche fisiche ecc., ma anche informazioni relative al contesto familiare e ad interessi ed attività extrascolastiche.
  • Realizzazione di una carta di identità di un personaggio fantastico.
  • Gioco del ristorante, nel quale alcuni alunni hanno fatto i clienti, altri i cuochi, altri i camerieri, con blocchi appunti, portamonete e soldi preparati dagli alunni. Obiettivo: favorire la comunicazione orale e la conoscenza delle abitudini alimentari di provenienze diverse. I bambini si sono molto divertiti e tutti hanno parlato, ma i menù, cui tutti hanno collaborato, avevano cibi esclusivamente italiani.
  • Tombola con schede, in cui da una parte è rappresentato un oggetto e dall’altra la parola che lo identifica. Si è così potuto verificare che alcuni sostantivi, per noi di uso quotidiano, per qualche bambino sono completamente sconosciuti.
  • Tombola con schede, in cui da una parte è rappresentata un’azione e dall’altra il relativo verbo. Infatti in classe si sono cominciati a studiare i verbi, quindi si prova a facilitare la conoscenza della vastissima gamma di verbi presenti nella lingua italiana, oltre a presentarne lo studio come attività divertente. Siamo solo all’inizio, ma ci sembra di aver intrapreso una strada possibile per raggiungere questi obiettivi.
  • Sempre per rendere più piacevole lo studio dei verbi e intervenire sulle debolezze di tre ragazzi stranieri in particolare, è previsto un gioco a premi, antichissimo e un po’ revisionato: noi teniamo una campana e la classe è divisa in due gruppi. Con le carte della tombola si estrae un verbo e chi suona per primo la campana ha il diritto di coniugare il verbo al presente indicativo. I premi naturalmente sono poi per tutti.

Graziella Mascia e Manuela Dolfin