“La traccia del vento” di Ben Pastor

Di Valerio Calzolaio

Britannia. Agosto-ottobre 305 d. C. L’investigatore ufficiale di cavalleria e storico Elio Sparziano, discendente di schiavi barbari (celti) e romano di cittadinanza e cultura, arriva sull’isola dieci anni dopo che l’Impero ha debellato le ribellioni di Carausio e Allecto.

Deve indagare su recenti attacchi a forti e presidi difensivi nel “Transvallum”, poco a nord del Vallo di Adriano (l’istmo verso la Scozia).

Viene subito a sapere di un terzo massacro ad Aestiva, qualche ora da Petrianae, dove ora risiede. C’erano quaranta uomini e un comandante esperto. Trucidati.

Verifica varie stranezze, fra l’altro armi e contanti sembrano non aver interessato gli assalitori. Eppure vi sono tracce di un antico tesoro e soffi di troppi forti venti. Raccoglie informazioni in cene e bordelli, sfugge ad agguati, svela una clamorosa macchinazione.

La ricostruzione storica è accurata e affascinante nel quarto romanzo della serie imperiale dell’italiana di lingua inglese Ben Pastor (“La traccia del vento”, Hobby & Work 2012, pag. 358 euro 14,90; orig. 2012, trad. Judy Faellini), in terza fissa, con molte pagine di diario, lettere, note.

Vino Piceno.

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