Le fiabe di AltraMente: “Dodici”

di Patrizia Sentinelli

Mi chiamo Dodici. Sono una bella adolescente, sicura e strafottente, pronta a entrare nell’età adulta. La mia è un’età di mezzo, difficile e faticosa. Ma mi piace. Provare inquietudine per il futuro, porsi obiettivi e superare gli ostacoli per raggiungerli é il solo modo che conosco per crescere davvero.

È per questo che i giovani e le giovani intraprendenti mi vogliono incontrare e diventare miei amici. Mi vengono a trovare dove abito. E’ una casa molto buffa, perché imprevedibile e eccentrica. Non ha porte, perché tutti possono entrare e uscire a piacimento. Non ha sedie né divani ma un intreccio di rami a indicare il groviglio della vita che ognuno deve attraversare per riuscire a maturare sapienza e conoscenza.

Ci sono anche soffioni di nuvole dove adagiarsi mollemente a pensare e riposare. Per poi riprendere il cammino. Vicino a me abitano, da un lato undici e dall’altro tredici. Sono due maschietti simpatici, il primo allampanato, lungo e stretto, l’altro basso e cicciottello. Mi diverto a giocare con loro. Devo però confessare, che tra loro preferisco tredici, il più ribelle e meticcio, forse anche bipolare per presagi insieme di fortuna e di sfortuna che richiama.

Undici, é forte, potente. Mi incute un po’ di timore per quella grande apertura mentale che possiede e che lo porta a manifestare idealità. Per questo insieme di cose, alla fin fine,resto più volentieri da sola , nella mia casa senza porte a ricevere chi, spinto dal vento, arriva per raccontare nuove imprese avventurose.

C’è quella di un tale che voleva trovare il ponte più alto e più lungo del mondo dove far incontrare persone diverse, provenienti da sponde opposte per mischiare le lingue, i canti, e i balli. C’ é quella di una gatta che prova a fare micetti a forma di aquiloni per farli volare quando desiderano andare lontano dai tetti.

Sapete da lassù il cielo e’ vicino e a volte viene una voglia….. C’è anche un pesce che ha attraversato tutti i mari del mondo, con un fischietto in bocca chiamando altri pesci e pescette ad unirsi a lui per andare a cercare la principessa dell’acqua. Cosicché quando passarono a Gibilterra erano una fila lunghissima, colorata e diseguale nelle forme.

Uno di loro sulla pinna aveva una scritta arancione che diceva: “Giù le mani! W la principessa acqua!”

Tante sono le avventure narrate che non vi posso riportare.

Vi lascio però con l’invito a venire a casa mia. Vi do’ l’indirizzo: Via della curiosità, Contrada rivolta, Quadra queer, Comune il Comune.