Le fiabe di AltraMente: “Il sogno di Fiocco di Neve”
Di Patrizia Sentinelli
Fiocco di neve viveva su una montagna altissima. La sua cima era sempre coperta da un cappuccio bianco che la faceva assomigliare a un buffo pagliaccio. Fiocco di neve era molto contenta di vivere lassù.
Stava bene, con tutto quel freddo e quel candore immenso, illuminato da un bel sole splendente. Si divertiva con le altre compagne a succhiare le punte gelate dei grandi spuntoni di roccia. Giocava con Vento di ghiaccio che sapeva fare un grido forte, straziante, che penetrava il manto di tutta la montagna. Amava correre dietro le nuvole e sognare. Ma da un po’ di tempo un sogno ricorrente la turbava nel profondo. Era diventato quasi un incubo. Appena chiudeva gli occhi vedeva apparire una strana, brutta altura, brulla e spennacchiata che assomigliava alla sua montagna per forma e grandezza ma era molto diversa. E triste. Non c’era più candore né freddo, né Vento di ghiaccio.
Faceva molto caldo e lei, Fiocco di neve, non c’era. Non capiva dove fosse andata, ma sicuramente non lì. Sulle pareti della montagna era tutto rinsecchito e a valle c’erano crepe sempre più profonde che chiedevano disperatamente di essere bagnate. Era un sogno breve ma assai doloroso, che la lasciava confusa per parecchi minuti finché non arrivava Vento di ghiaccio e tornava a correre allegra dietro il suo grido. Un giorno però il sogno durò più a lungo, sembrava non finire mai. Pian piano sembrava trasformarsi in realtà. Una cappa, grigia, di calore, copriva il sole e scioglieva il ghiaccio. Fiocco di neve si sentiva bagnata come una goccia di mare.
Che paura!! Si guardava attorno e vedeva solo acqua. E non sapeva neppure nuotare. La sua montagna non c’era, e anche Vento di ghiaccio era sparito. “Come faccio? “ Sussurrò appena. “Voglio svegliarmi. Chi mi potrà aiutare?” Un pesce enorme con denti feroci le passò vicino e provò a stringerla a sé. “Altro che aiuto, questo vuole mangiarmi! “ E corse via, ballando tra le onde. Vide qualcosa che si agitava più avanti e provò a raggiungerla. Era una piccola farfalla sopravvissuta al grande caldo, che le spiegò come poteva svegliarsi dal grande sonno. Doveva raggiungere al più presto la costa, e correre, correre a incontrare i responsabili del grande caldo. Era difficile perché erano disseminati in gran parte della terra e facevano di tutto per distruggere sé stessi. Ma ci poteva riuscire.
La cosa più difficile era convincerli a smettere di sporcare l’aria, di avvelenare i cibi e sprecare l’ acqua, tornare a consumare meno e a vivere in armonia. Fiocco di neve si fece coraggio e partì. Voleva svegliarsi, non poteva perdere altro tempo. Altrimenti quel tremendo sogno sarebbe divenuto realtà. Strada facendo incontrò giovani umani che camminavano e poi si accampavano in piccole tende disponendosi come in un cerchio magico. E parlavano, parlavano. Poi si alzavano e andavano a convincere altri che bisognava rispettare la madre terra per vivere tutti più felici. Si unì a loro e, per un tratto di strada, gridò , e cantò con loro per vincere tutte le resistenze. Alla fine pianse e poi rise. Sentiva che il freddo tornava su di sé. Tornò a vedere il cappuccio della sua montagna e si svegliò. Ma capì anche che poteva per sempre diventare goccia di mare se gli uomini non avessero deciso di cambiare!!!