Le fiabe di AltraMente: “La nave rossa”
Di Patrizia Sentinelli
La nave rossa ormeggiata al porto grande richiamava una folla di curiosi.
Non c’era differenza di età che teneva: tutti erano spinti a vedere la nuova arrivata, perché non si sapeva da dove venisse né chi fossero i misteriosi passeggeri.
Non appena la voce si sparse per il paese i genitori cominciarono a sorvegliare più attentamente i loro figli, per timore di vederli sparire nella nave . Ma un giorno, poco dopo l’ arrivo della nave, Luigino, un bambinetto di 10 anni, muto dalla nascita ma assai vispo e intelligente, tutto casa e scuola, abitualmente impegnato a leggere e scrivere ogni tipo di racconto, accovacciato vicino la finestra della sua stanza, attratto dalla novità abbandonò i suoi cari libri e si incamminò di nascosto verso il porto!
Che gioia quella fuga, e che meraviglia tutte quelle corde che pendevano dalla poppa.
Invitavano a salire. E infatti, senza indugio, Luigino prese il ponte di sinistra e salì immaginando pirati e avventure. Fu accolto da un silenzio totale, ma d’altronde Luigino non riusciva a percepire alcun suono. Si accorse però del silenzio perché tutto era fermo proprio come alla televisione quando era catturato dalla bellezza di un’ immagine e pigiava il tasto stop di My SKY.
Non si vedeva anima viva! C’erano tavole imbandite di ogni ben di dio: galline faraone su letto di lenticchie, granseole fresche di giornata, cascate di macedonia di frutta e fiori dappertutto , ma nessun essere vivente.
Sedute a quel grandioso banchetto solo bambole giganti vestite con sfarzo proprio come si trattasse di un ricevimento di vecchi tempi.
E accanto ad ognuna di loro un piccolo cigno di porcellana bianca che girava, girava su sé stesso come una trottola e che faceva loro da cavaliere per farle danzare.
Immaginate la sorpresa di Luigino quando provò ad assaggiare una coscetta di faraona : era morbida e croccante come appena sfornata. E poi le ciliegie succose come quelle di Ravenna, meringhe al caramello e zucchero filato. Provò a mettere in bocca di tutto un po’ e ogni cosa che assaggiava era più buona della precedente.
Cercò di capire dove fosse finito e che razza di nave poteva essere quella!
Nave fantasma? No troppo bella e organizzata!
Nave da collezione? Ma va la! Troppo grande e troppo vera!
Nave da crociera? Ma no, non c erano persone vive!
Alla fine capì: si era addormentato su uno dei suoi bei libri e aveva cominciato a sognare, senza suoni come faceva dalla nascita, mosso però dal ritmo interiore che aveva imparato a distinguere negli anni e cominciò a ballare proprio come le bambole della nave.