Le fiabe di AltraMente: “Amiche e amici di vita”

Di Patrizia Sentinelli

Io abito con uno gnomo, un elfo e una Fata dai capelli turchini. Voi penserete subito che la nostra casa sia nei boschi. Invece vi sbagliate. Viviamo in città, in un appartamento di una periferia storica. C’è del verde intorno, ma certo non si può dire che sia un bosco. Cric, lo gnomo è arrivato, direi meglio l’ho incontrato per la prima volta, una mattina di dicembre limpidissima e fredda da brivido.

Stava ben nascosto dietro una pila di giornali dell’edicola all’angolo di casa cercando riparo dal freddo, ma anche dai raggi di sole che potevano trasformarlo in una statua di pietra, come quelle che si vedono in tanti giardini, sparse nell’erba vicino a nani e fontanelle. La curiosità lo spingeva, però, fuori dal suo nascondiglio, per leggere i giornali che via via venivano comprati. Io mi accorsi della sua presenza perché per sbirciare il mio quotidiano, mi solleticò il collo spostandomi lievemente i riccioli. Fu subito amicizia tra noi. Mi piace la sua curiosità e la sua intraprendenza. Cric è molto carino.

Ha la pelle verde, un cappello a punta rosso fuoco e un costume azzurro.Quel giorno, fuori dalla terra che abitualmente abitava, sentiva tanto freddo. Provai a parlargli ma le nostre lingue erano diverse. Cercai con lo sguardo di carpire l’attenzione di altri per aiutarmi a comunicare con il nuovo arrivato, ma mi resi conto che solo io potevo vedere Cric. Con le mani gli feci segno di seguirmi e lo condussi a casa mia. Per Cric fu la felicità! Li era caldo e non c’era pericolo di essere raggiunto dai raggi di sole. Si sistemo’ su un piccolo puf, vicino alla libreria zeppa di libri che sta nel salotto e da quel giorno legge romanzi e novelle e qualche volta dal mio i-pad sfoglia quotidiani per tenersi informato.

Abbiamo imparato le parole per scambiare opinioni e emozioni. È il mio amico di libri, invisibile ma per me presente. Quando ha voglia, si mette in viaggio per il mondo. Scuote un bastoncino che ha sempre con sé e si ritrova a Delhi, a Bamako, in Cambogia, a Rio de Janeiro. Non ha bisogno di aerei né di treni. Gli basta il bastone e la magia. Torna e racconta di re e regine, di streghe che trasformano principi in rane e rane in principi. Racconta di donne famose che tengono il mondo, di intrighi di palazzo e di combattimenti. Parla di pace e di amori, di desideri e sogni, di conflitti e sofferenze. I libri che legge dicono della realtà, la realtà dice dei sogni. E’ merito suo che la mia casa sia sempre piena di ospiti. Non possono vedere Cric, né sentire i suoi racconti, ma percepiscono la sua presenza. La magia dei racconti è come una delicata amaca che coccola e dondola. E consola.

Sulla terrazza che guarda ai monti si e’ sistemato Molli, l’elfo. Alto, esile, bellissimo. Ha i capelli biondi, cortissimi, e le orecchie a punta. Molli e’ entrato in casa in una mattina di primavera portando in dono un soffione di polline bianco ed una ciotola di rugiada. Facevo colazione e insieme al pungente odore di caffè mi arrivava l’ intenso profumo delle rose rosse appena fiorite che si allungano sul muro della casa. Ero felice e persa dietro i colori freschi dell’erba nuova del giardino. Molli non accettò il caffé che gli offrii. Preferì bere un sorso della sua rugiada. Mi chiese di restare per nulla intimorito dalla nuova situazione. Io sì, invece che lo ero.

Non sapevo mica come si parlava agli elfi! A scuola non si insegna, ma nemmeno all’università. Comunque mi feci coraggio e lo feci accomodare in cucina tra pentole e fornelli. Molli ama cucinare. Inventa frittelle di ogni tipo, biscotti di mille forme, paste e panzarotti. Non svela il segreto delle sue ricette, ma sospetto che usi acqua di rugiada mischiata a qualcosa di misterioso che stava nel soffione di polline che portò con se quando arrivò e che conserva gelosamente nel frigo. Non può non essere così perché quando si mangia a casa mia si diventa più amici e più allegri.

L’altra amica è la Fata dai capelli turchini. A dire il vero lei non mi ha mai detto di esserlo. Sono io che lo penso. Ha davvero i capelli turchini, e gli occhi neri come due olive di Gaeta. Per il resto non so, non ha niente di particolare, ma io so che e’ una Fata perché si nasconde dentro gli specchi e fa diventare i desideri realtà. Da quando ero piccola mi prende di tanto in tanto di scrivere su piccoli pezzetti di carta ciò che desidero. Scrivo di getto e poi nascondo con cura i foglietti. Non dico a nessuno ciò che scrivo,quindi neppure a voi posso confidarlo. Sono solo per lei.

La mia fata senza nome ma con i capelli turchini e gli occhi come olive, li legge e mi aiuta a realizzarli. Qualche volta abbiamo fallito, come quella volta che si era addormentata per tre giorni di seguito a causa di un terribile mal di pancia e non aveva potuto fare niente. Da sola, senza la mia amica, il desiderio si è consumato senza che si potesse inverare. Ma non importa, anzi è bello cosi. Altrimenti non ci sarebbe tanto gusto.

È piacevole desiderare tanto e non sapere sempre che quello che vuoi riesci a realizzarlo.

L’importante è provare e mettercela tutta……e con l’aiuto della fata è piu facile…