Educare alle differenze: non finisce qui!

Più di 600 partecipanti al convegno del 20 e 21 settembre a Roma su Educare alle differenze che si è svolto presso la scuola Di Donato al rione Esquilino di Roma.
Grande partecipazione e grande interesse. Un vero successo.

L’appuntamento è stato lanciato nell’aprile scorso e i tempi lunghi di preparazione hanno consentito un percorso condiviso e la sua riuscita.
Ma, come tutte e tutti hanno detto durante la due giorni non finisce qui. Questo è solo l’inizio. Infatti si prevedono eventi territoriali e un altro appuntamento nazionale tra un anno, per verificare nel confronto quanto si è prodotto.

Il convegno è nato anche come risposta agli attacchi da parte della diocesi di Roma e di Militia Christi ricevuti dal progetto di formazione “La scuola fa la differenza” realizzato a Roma dalle associazioni Scosse e da Archivia della Casa internazionale delle Donne, per oltre 200 insegnanti di scuole dell’infanzia e asili nido pubblici del Comune di Roma a seguito dell’aggiudicazione di una gare indetta dal Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici di Roma Capitale. Soprattutto, però, ha voluto essere uno spazio di confronto e di discussione tra coloro che realizzano o avvertono necessario operare sul tema delle differenze in ambito educativo.

A Scosse si sono affiancate altre associazioni: Stonewall di Siracusa e il Progetto Alice di Bologna. Insieme hanno promosso il convegno cui hanno aderito duecento realtà co-promotrici – tra associazioni, scuole, case delle donne, spazi sociali e centri antiviolenza – da tutto il territorio nazionale.

Si sono svolti decine di appuntamenti preparatori autoconvocati, in diverse città italiane. Nelle due giornate ci si è conosciuti e scambiato esperienze per condividere e costruire una sorta di piattaforma su cui lavorare concretamente nelle molteplicità delle realtà rappresentate.

Si sono realizzati sette tavoli di lavoro tematici con oltre cento interventi da tutta Italia.
Il clima che si respirava è stato positivo e di soddisfazione. Con tutta evidenza si è espressa la necessità di avere a disposizione una rete per lavorare meglio e più efficacemente contro gli stereotipi sessisti per una scuola che educhi alla libertà.

Molto importante è stato il confronto non solo tra realtà territoriali diverse quanto piuttosto tra operatori diversi:insegnanti, educatrici (per lo più donne)genitori, associazioni con professionalità diverse. Tutte le realtà chiedono di  superare la frammentarietà e dare valore a quei progetti dedicati alla valorizzazione delle differenze, alla pluralità dei modelli familiari, al contrasto agli stereotipi di genere, alla prevenzione di bullismo, omofobia, transfobia e violenza maschile contro le donne per una scuola pubblica di qualità dove coltivare libertà e senso critico.

Un evento ambizioso, cresciuto dal basso e con il passaparola online, per tessere un filo tra i soggetti singoli e collettivi ma che rivendica una nuova attenzione politica da parte delle Istituzioni siano il Miur o quelle locali per interventi di educazione alle differenze che siano trasversali a tutte le materie scolastiche e che riguardino tutti gli ordini di scuola ma anche gli ambiti extra scuola, a partire da un piano di formazione per gli insegnanti.

Pieno di creatività e di saperi il convegno ha saputo far incontrare esperienze concrete ricchissime e la volontà di intraprendere un nuovo percorso per abitare in modo libero la scuola e tutto il mondo, costruendo identità libere e serene curiose verso le differenze.